Nell'anno 2000 Giovanni, attuale proprietario di Villa Pacinotti inizia a condurre l'azienda agricola omonima, decidendo fin dal primo momento di effettuarne la conversione all'agricoltura biologica.
L'azienda è costituita da circa 4 ettari piantati ad olivi (se ne contano oltre 1000) e da un piccolissimo vigneto reimpiantato recentemente per rimpiazzare l'antichissima vigna, andata ad esaurimento.
Gli olivi, per la massima parte secolari, appartengono alle varietà tipiche toscane: frantoio, leccino, moraiolo e pendolino, con una larga prevalenza di leccini, varietà questa più resistente alle gelate che periodicamente affliggono la Toscana. Non è un caso che gran parte degli olivi presenti nel podere sono ultracentenari ed hanno resistito egregiamente alla storica gelata del 1985, che distrusse oltre l'80% del patrimonio olivicolo della regione.
La raccolta delle olive viene effettuata precocemente, in genere dalla metà del mese di ottobre e si conclude verso la metà del mese di novembre. La frangitura viene effettuata entro poche ore dalla raccolta, presso il frantoio "Valle Argentata" di Santomoro, poco distante da noi: si tratta di un frantoio certificato per la frangitura biologica, che viene effettuata al mattino, subito dopo il lavaggio delle macchine. In questo modo il nostro olio non rischia la contaminazione dai residui di precedenti frangiture. La temperatura dell'olio viene tenuta al di sotto dei 24°C e ciò, oltre a garantire il rispetto dei disciplinari dell'olivicoltura biologica, garantisce la migliore qualità dell'olio, mantenendone appieno l'aroma ed il profumo.
L'olio extravergine di oliva biologico così ottenuto viene conservato in azienda in fusti di accciaio e da noi stessi confezionato in lattine da 1 e 5 litri, nonchè in bottiglie in vetro scuro da 0,75 litri. Abbiamo dato al nostro olio un nome evocativo: Olio extravergine di oliva "Bruschetto". Immediato è il richiamo alla "bruschetta", la fetta di pane intrisa d'olio che qui in Toscana prende il nome di "fettunta"; l'origine vera del nome, però, deriva dall'antica denominazione di questo podere, noto come "podere Bruschetto". Bruschi, infatti, era il cognome della famiglia dei contadini che hanno coltivato questa terra fin da quando essa fu acquistata dai Pacinotti: ad essi va il merito di aver curato e mantenuto con amore e passione il podere per oltre cento anni (dal 1845 al 1972).
La famiglia Bruschi sull'aia di Villa Pacinotti agli inizi del 1900