Se siete qui, almeno virtualmente, siete mossi dalla curiosità di saperne di più su questa realtà …
Capita che chi viene a trovarci per la prima volta esclami “questo è un piccolo paradiso!”.
Deve essere stata questa la stessa emozione che provò nel lontano 1846 il padre di Antonio Pacinotti, Luigi, mentre era alla ricerca di una residenza di campagna in cui riunire la famiglia nei pressi di Pistoia, sua città natale.
Fu la medesima sensazione che fece innamorare tanto me quanto mia moglie di questo luogo quando, giovani sposi, cominciammo a frequentare la Villa, che nel frattempo era divenuta di proprietà della nostra carissima zia Maria Rosa, nipote di un fratello del grande scienziato. Ce ne innamorammo al punto da farlo diventare una ragione di vita, quando, divenuta ormai anziana la zia, decisi di assumere la conduzione della azienda agricola e, successivamente, divenutone proprietario, decisi, nel solco della tradizione di ospitalità che ha sempre caratterizzato questa casa, di condividere il fascino che emana da questo luogo anche con i viaggiatori alla ricerca di angoli di Toscana più autentici.
A breve distanza dalla città - che oggi si raggiunge in pochi minuti di auto - il luogo, immerso fra gli olivi che da secoli coprono queste colline, appare come una terrazza da cui si gode una incantevole vista sulla città di Pistoia e la sua pianura. Il silenzio della campagna, rotto solo dal cinguettio degli uccelli, dallo stormire delle fronde degli ulivi, dal canto dei grilli e, durante l’estate, dal frinire delle cicale, invita al riposo e al dolce far niente, distaccandoci dalla frenesia quotidiana che rischia di travolgerci anche durante i periodi di vacanza.
Niente di meglio quindi che trovare una pausa sotto gli ombrelloni dell’aia o all’ombra del pittosforo centenario o del grande leccio di fianco alla villa, o ancora sotto al pergolato di uva fragola, magari sostando in piacevole conversazione davanti a un bicchiere di buon vino toscano. I grandi ed accoglienti letti degli appartamenti per gli ospiti completeranno l’opera, regalando un buon sonno ristoratore che ritemprerà nel corpo e nello spirito.
Ciò che rende unico questo luogo, tuttavia, è il legame che esso ha con la memoria del grande scienziato, Antonio Pacinotti, che nelle stanze ombrose della Villa trascorse lungo tempo della sua vita e che sicuramente rappresentò il luogo a lui più caro. Le grandi stanze parlano ancora di lui e della sua famiglia e tuttora nella Villa sono conservati oggetti, mobili e strumenti che risalgono al periodo in cui lui vi abitò.
Un compito che ci siamo assunti è quello di conservare gelosamente queste memorie e, attraverso esse, far conoscere la figura di questo grande scienziato, cui va ascritto il merito – forse non sufficientemente riconosciuto - di aver dato inizio, con la sua invenzione, all’era dell’elettricità.
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