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Giovedì, Marzo 28, 2024

Il viaggio del giovane Antonio - 26

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Riassunto delle puntate precedenti: Antonio Pacinotti, accompagnato dal fratello Giacinto, intraprende un viaggio a Parigi, Londra e Bruxelles per documentarsi suli Servizi  Meteorologici di quei paesi, su incarico di Carlo Matteucci. A Parigi il direttore del servizio, il prof. Le Verrier, si rifiuta di riceverlo in quanto inviato dal Matteucci. Questi fa allora spedire una lettera dal Ministero della Marina che attesti che Pacinotti è stato incaricato dallo stesso Ministro. La lettera Ministeriale tarda ad arrivare, per cui Antonio e Giacinto, dopo aver visitato laboratori ed officine, decidono di partire per Londra. Giunto a Londra, Antonio Pacinotti prende contatti con la ditta Negretti & Zambra, produttrice di strumenti meteorologici e con Mr Babington, responsabile per la meteorologia dell'Osservatorio presso il Board of Trade di Londra. Da quest'ultimo Antonio riesce ad ottenere in forma scritta le informazioni che gli interessano. Conclusi gli adempimenti legati alla "missione meteorologica", l'11 agosto i fratelli Pacinotti lasciano Londra diretti a Bruxelles dove giungono il 12. Visitato l'Osservatorio di tale città, diretto dal sig. Quetelet, ripartono subito per Parigi, che raggiungono il 14 agosto. Grazie alla lettera ministeriale, giunta finalmente non senza qualche traversia, le porte dell'Osservatorio di Parigi si schiudono ed Antonio Pacinotti ha modo di documentarsi dettagliatamente sull'organizzazione del servizio meteorologico internazionale parigino e può assistere dal vivo alla formulazione dei "presagi" (le odierne previsioni meteorologiche). Compiuti gli ultimi adempimenti, il 25 agosto i due giovani sono a Ginevra, sulla via del ritorno. Ai primi di settembre Antonio è in Italia e, stabilitosi nella villa di Caloria, stila il rapporto sul viaggio e lo invia al prof. Matteucci.

Dopo aver scritto la lettera del 13 settembre 1865, pubblicata nella precedente puntata, Matteucci legge i documenti inviatigli da Pacinotti, ovvero il Rapporto sul viaggio e la trascrizione in bella calligrafia del manoscritto – di pugno dello stesso Matteucci - contenente le Istruzioni e Norme per il Servizio Meteorologico. La lettura della versione di queste ultime speditagli da Pacinotti lo manda su tutte le furie, per cui il giorno stesso scrive una lettera di fuoco al suo giovane collaboratore: troppi sono gli errori che vi ha trovato e troppe le modifiche introdotte da Pacinotti che Matteucci non condivide affatto.

Solo sul finire della lettera, accortosi di aver calcato troppo la mano, l’anziano professore cerca di smorzare i toni e mostra apprezzamento se non altro per l’interesse per la materia dimostrato dal suo giovane interlocutore.

Questa la trascrizione della lettera di Matteucci:

Caro Tonino

Ho letto la vostra relazione e sta bene - ma non sta bene la copia per l'enormità dagl'errori che vi sono e pei cambiamenti troppo gravi che vi avete fatto. E' impossibile che accetti tutte quelle variazioni del dispaccio che proponete. Sapete che volevo mandar subito questo raporto al Ministro e come fo' ora, non avendomi mandato i l mio manoscritto. Vi prego di mandarmelo subito. E' egli possibile che ai primi tempi sieno i nostri osservatori capaci di di dar quei dispacci? E dove abbiamo noi i pluviometri e i termometri grossi? E credete che i telegrafi sieno pronti a dare dei dispacci lunghi come l i vorreste? Arriveremo a saper quelle notizie al giorno dopo. 
Cominciamo adagio e proviamo e riproviamo. Aspetto i l mio manoscritto. Però mi fa piacere che facciate modificazioni così profonde. Quello vuol dire che volete occuparvene sul serio.
[ ?? espressione di saluto illeggibile, ndr]
C Matteucci
Tor
[ino]
13 sett

La lettera impiega solo un giorno ad arrivare: la minuta della risposta di Pacinotti porta infatti la data del 14 settembre. La colpa degli errori è tutta del copista a cui si è affidato, scrive Antonio: c’è da credergli, se si considera quanto sia difficile interpretare, per chi non vi è avvezzo, la terribile grafia di Matteucci, soprattutto per chi non conosce neppure l’argomento trattato. Tuttavia Pacinotti riconosce di aver sbagliato nel non aver riletto quanto scritto dal copista. Quanto alle modifiche introdotte, però, Antonio non demorde e continua a sostenerne la validità. Apparentemente poi sembra aver dimenticato i propositi di sganciarsi dall’impegno ancora richiestogli in relazione all’impianto delle Stazioni Meteorologiche lungo le coste italiane, ma … mette le mani avanti, facendo balenare la possibilità di ostacoli frapposti dal Preside dell’Istituto Tecnico di Bologna, da cui Antonio dipende.

Questa la trascrizione della risposta di Pacinotti alla nuova lettera di Matteucci. Ho lasciato anche le frasi cancellate nella minuta, perché in particolare nell’ultima, troncata prima che se ne possa cogliere pienamente il significato, potrebbe esserci un’anticipazione del successivo sviluppo della vicenda (che chiaramente, in questa fase, Pacinotti non vuole svelare).

Chiarissimo Sig:re Prof
Caloria 14 Sett. 1865
Le invio il di Lei manoscritto, e son dispiacente di essermi affidato al copista che mi diceva di non aver fatto errori e di avere spedito la copia avanti di rileggerla… Invece, di fare, più presto come mi proponevo, ho procurato con ciò un ritardo che è dispiacevole.
Nella parte teorica non troverà nessun cambiamento e forse anche il copista vi avrà messo meno spropositi. Le mutazioni che ho fatto nella prima parte mi eran parse utili In quanto ai pluviometri, ed ai quadranti solari, ed alle banderuole, oggetti che pur saranno necessari se credesse di farne autorizzare l'acquisto potrei cercare che fossero prontamente costruiti in Firenze. In quanto al terzo termometro che è meno buono di quello dello psicrometro mi pare che potrebbe essere consegnato per servire di ricambio in caso di disgrazia di uno degli altri. In quanto alla forma del dispaccio non la crederei più difficile di qualunque altro.
Io sono stato a Firenze, ho portato al Ministro una copia del Rapporto, e chi sa quanti spropositi vi saranno perché non ho riletto nemmeno quella. Il comm. D'Amico mi disse che si sarebbe adoperato per ottenere dal Ministro Torelli che io possa seguitare ad occuparmi per la montatura del sevizio meteorologico fino alla metà di Febbraio. Io non ne sarei scontento, ma capisco che nelle concessioni che potranno ottenersi molto probabilmente influirà il preside Gherardi, ed io non so da che parte rifarmi a scrivergli che trascuri gli interessi del suo istituto. Del resto come dissi allo stesso Comm D'Amico nel caso che l’opera

 

 

 

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