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Il viaggio del giovane Antonio - 15

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Riassunto delle puntate precedenti: Antonio Pacinotti, accompagnato dal fratello Giacinto, intraprende un viaggio a Parigi, Londra e Bruxelles per documentarsi suli Servizi  Meteorologici di quei paesi, su incarico di Carlo Matteucci. A Parigi il direttore del servizio, il prof. Le Verrier, si rifiuta di riceverlo in quanto inviato dal Matteucci. Questi fa allora spedire una lettera dal Ministero della Marina che attesti che Pacinotti è stato incaricato dallo stesso Ministro. La lettera Ministeriale tarda ad arrivare, per cui Antonio e Giacinto, dopo aver visitato laboratori ed officine, decidono di partire per Londra. Giunto a Londra, Antonio Pacinotti prende contatti con la ditta Negretti & Zambra, produttrice di strumenti meteorologici e con Mr Babington, responsabile per la meteorologia dell'Osservatorio presso il Board of Trade di Londra. A dispetto della sua limitatissima conoscenza dell'inglese, Antonio riesce ad ottenere in forma scritta le informazioni che gli interessano.

Il Crystal Palace di Londra, sede dell'esposizione universale del 1851

Nonostante le difficoltà della lingua, Antonio Pacinotti riesce ad ottenere dal Direttore dell'Ufficio Meteorologico presso il Board of Trade le informazioni sul Servizio da lui diretto ed a raccogliere un gran numero di pubblicazioni. La tappa di Londra sta dando i suoi frutti ed i due giovani pisani possono programmare il ritorno a Parigi, dove sperano di essere finalmente accolti dal prof. Le Verrier e visitare l'Osservatorio di Parigi, presso il quale ha sede l'Ufficio Meteorologico Centrale francese.

Strada facendo, Antonio intende fermarsi a Bruxelles, presso il cui Osservatorio ha sede il Servizio Meteorologico Belga.
Al termine della prima settimana londinese, Antonio e Giacinto Pacinotti scrivono al padre Luigi. Nella lettera, mentre Giacinto decanta la bellezza del Crystal Palace, che fu sede dell'esposizione universale del 1851, Antonio si lascia andare ad un giudizio "tranchant" sulla "modernità" londinese: "Pure benché questo sia il paese del progresso come suol dirsi, l'ultimo passo è appena visibile in mezzo alle orme antiche che vi rimangono tuttora, i lampioni del gaz son del 1820, i luoghi comodi sono dell'epoca del diluvio universale, la domenica dei tempi bigotti per lo meno del vecchio testamento".

Questo il testo integrale della lettera:

Carissimo Babbo

Londra 5 Agosto 1865

Graditissima ci è stata la sua lettera perché cominciavamo a stare in pensiero, noi si sta benissimo, abbiamo già vista si può dire Londra e vedo che venerdì si partirà, non so bene se direttamente per Parigi, o per Bruxelles ove ci tratterremo quando mai 2 giorni e di lì poi andremo a Parigi. Savi non è ancora venuto a Londra ma noi li abbiamo scritto dandoli l'indirizzo del Hotel dove siamo, perché se li piacesse possa venirvi anche Lui. Ieri l'altro nell'andare a far colazione al caffè si trovò il Prof.r Cappellini [1], che oggi è venuto a vederci mangiare, e con il quale abbiamo fissato una gita in campagna per domenica ove a Londra non si può far nulla, sono chiusi perfino i Bourò [sic] delTelegrafo e questa stessa lettera starà fino a domani sarà ferma in una cassetta di posta. Quando ci scrive ci dica qualche cosa dei villeggianti Caloriesi [2] il Tassinari è venuto? Se è venuto lo saluti insieme alla Sig.ra Carolina da parte mia e da parte di Tonino.

In quanto ai quattrini farà bene se si informa come si fanno i vaglia sulla posta per Parigi, credo si facciano alla solita maniera ma che bisogni assicurare la lettera d'invio; ma in questo torneremo a riscriverli.

Ieri si fu a vedere il palazzo di cristallo opera veramente bella. Quante volte, specialmente quando si era in una galleria piena di modelli di ponti e di fabbriche, si disse sarebbe stato bene che ci fosse anche babbo.[3]

Pure benché questo sia il paese del progresso come suol dirsi, l'ultimo passo è appena visibile in mezzo alle orme antiche che vi rimangono tuttora, i lampioni del gaz son del 1820, i luoghi comodi sono dell'epoca del diluvio universale, la domenica dei tempi bigotti per lo meno del vecchio testamento.

All'ufizio meteorologico del Board of Trade vanno molto per le semplici, gli ho trovati assai gentili verso di me.

Probabilmente partiremo di qui Giovedì andremo ad Ostenda ed a Bruxelles dove ci tratterremo poco e saremo probabilmente Lunedì saremo già a Parigi. Sicché se vuole potrebbe spedirci là in una lettera ferma in posta ed assicurata un foglio francese di 500 franchi; o se gli toma più comoda di adoperare qualche banchiere bisognerebbe che mandasse a Parigi ferma in posta una lettera con le indicazioni opportune per ritirare i denari. Attualmente noi abbiamo 1000 franchi precisamente. Stiamo bene di salute, siamo un po' preoccupati del colera in Italia e desideriamo la patema benedizione

Suoi Affezionatissimi figli

Antonio Pacinotti = Giacinto Pacinotti.

[1] Quasi certamente si tratta del prof. Giovanni Capellini, geologo e paleontologo

[2] I frequentatori di Caloria, la località dove si trova la villa dei Pacinotti.

[3] Fin qui la scrittura è di Giacinto, il seguito è stato scritto da Antonio

Continua - Il seguito alla prossima puntata