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Venerdì, Aprile 19, 2024

Il viaggio del giovane Antonio - 8

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Riassunto delle puntate precedenti: Antonio Pacinotti, accompagnato dal fratello Giacinto,  è a Parigi per documentarsi sul Servizio Meteorologico francese, su incarico di Carlo Matteucci. Il direttore del servizio, il prof. Le Verrier, si rifiuta di riceverlo in quanto inviato dal Matteucci. Questi fa allora spedire una lettera dal Ministero della Marina che attesti che Pacinotti è stato incaricato dallo stesso Ministro.

La lettera del Ministro tarda a venire ed i due giovani Pacinotti decidono di non attendere oltre e di partire per Londra, anche perchè, come scrivono al padre nella lettera che pubblichiamo qui sotto, si sono venuti a trovare in una spiacevole situazione nella locanda dove abitavano, a causa di un furto perpetuato ai loro danni dal dipendente che faceva le pulizie nella loro camera.

In questa lettera vi è però un dettaglio rilevante ai fini della ricostruzione dell'episodio, raccontato in seguito - a grande distanza di tempo - da Antonio Pacinotti a proposito di ben altro "scippo": ovvero le circostanze nelle quali il belga Gramme ebbe modo di conoscere i dettagli dell'invenzione di Pacinotti e di brevettarla in seguito a proprio nome.

Zenobe Theophile Gramme

 Pacinotti infatti aveva portato con sè una cinquantina di copie della sua memoria, pubblicata  sul "Nuovo Cimento" pochi mesi prima di intraprendere il viaggio, in cui era descritta quella che lui modestamente chiamava la "macchinetta", in realtà un'invenzione che ha rappresentato un caposaldo fondamentale per l'avvento dell'era dell'elettricità. Si trattava infatti della prima dinamo-motore, ovvero una macchina che era in grado di trasformare l'energia meccanica in energia elettrica, sotto forma di una corrente continua, e al tempo stesso di trasformare l'energia trasportata da una corrente elettrica continua in energia meccanica: una macchina quindi totalmente reversibile, in grado da comportarsi sia da generatore di corrente che come motore.
Antonio Pacinotti, a differenza del padre Luigi (che pur apprezzando l'invenzione del figlio non ne aveva colto l'importanza rivoluzionaria), era ben cosciente delle straordinarie potenzialità della propria invenzione e, proprio per questo cercava di trovare chi potesse trasformare la sua "macchinetta" in una vera e propria macchina industriale: cosa impossibile in un paese come l'Italia, del tutto privo all'epoca di un apparato industriale, a differenza della Francia e dell'Inghilterra. Così, mentre era a Parigi, girava per laboratori ed officine non solo per procurarsi apparecchi per il suo laboratorio di Fisica, ma anche per cercare chi gli realizzasse un prototipo industriale della sua invenzione. Ecco che quindi lasciava a destra e a manca copie della sua "memoria", profondendosi anche in dettagliate spiegazioni quando gli sembrava di trovare un interlocutore interessato.

Pacinotti ricorderà che durante la visita alle officine Froment, mentre spiegava al titolare il funzionamento della sua "macchinetta", si accorse che il capo-officina seguiva le spiegazioni con grande interesse per cui ben volentieri si addentrò nei particolari anche con quest'ultimo. Più tardi riconoscerà nel Gramme quel capo-officina.

L'importanza della lettera sta non solo nella conferma della visita alle officine Froment, ma anche che tale visita doveva avere avuto un'importanza particolare se il nome Froment appare sottolineato nell'originale della lettera. Vi è inoltre conferma della visita al prof. Jamin, a cui Antonio non avrà certo mancato di dare una copia dell'estratto del Nuovo Cimento: sarà proprio il prof. Jamin a presentare sui Compte Rendu dell'Accademia Scienze il brevetto del Gramme ... quando si dicono le coincidenze!

Ecco dunque il testo della lettera, scritta materialmente da Giacinto, ma firmata da entrambi:

Parigi 26 Luglio 1865
Carissimo Babbo
Noi siamo restati qui fino ad ora aspettando lettere dal ministro, ma queste lettere non essendo ancora venute, e d’altronde avendo di già visto assai di quello, che ci è da vedere in Parigi, stasera alle sei si parte per Londra con l’idea di tornare a Parigi se verranno le lettere del ministro.
Ieri ci siamo accorti che ci hanno portato via 100 franchi, ecco cosa si sa di questo brutto affare, Giovedì della settimana scorsa si volle andare ad un teatro e per questo si credè di lasciare i quattrini a casa chiusi in un cassetto, tornati che fummo io ripresi i miei, ma Tonino ci lasciò 250 franchi, richiuse il cassetto e ieri facendo i nostri conti volle andare a riprenderli e non ve ne trovò che 150, allora si scese dalla padrona del Hotel, e gli si chiese il nome del garzone che ci rifaceva la camera, dicendoli che si doveva far una reclamazione alla polizia contro il garzone perché ci erano mancati 100 franchi essa che sembra una buona donna, fece la meravigliata, e chiamò il garzone, esso venne e con muso duro stette a sentire tutto quello che li si disse senza negare neppure di essere stato lui, che anzi ieri sera venne da noi la sua moglie facendo dei lacrimoni dicendo che aveva 4 figli che suo marito non era stato che aveva preso i denari ma che se non si fosse fatta la reclamazione ci avrebbe dato 50 franchi; noi gli abbiamo detto che non si accettava nulla da chi diceva di non averci rubato nulla, ma che se domani mentre si era fuori dalla camera fossero stati messi anche 50 franchi nel cassetto noi non si sarebbe fatta alcuna reclamazione, ma questo non è avvenuto che anzi stamani mattina di buon ora il garzone se ne è scappato dalla locanda portando via i suoi bauli senza neppure farsi sentire dal portiere che a quell’ora dormiva. Si vede che quest’uomo aveva degli altri impicci con la polizia, e non ha voluto restar qui sapendo che noi si sarebbe fatta la nostra declamazione. Questa è stata anche una causa che ci ha spinti a partire.
Parliamo di altro – ho piacere che stieno bene e che costà non ci sia tanto caldo. Qua  è piuttosto fresco e ci siamo messi le camiciole pensando che in mare sarà più fresco che mai.
Qua si è fatta relazione con un gran numero di Italiani che son qua, con Froment , con altri costruttori e con Jamin  che ci ha ricevuti benissimo ci ha fatto vedere il suo gabinetto alla politecnica che è veramente bello.
Si è visto oltre a tante altre cose il Conservatorio di Arti e Mestieri, il Giardino delle Piante ove è un assai bel laboratorio di chimica del Fremy.
In quanto al podere anche Tonino mi dice che faccia quello che più torna, ma che però noi in massima siamo favorevoli all’acquisto di terreni. Tonino scrive a Matteucci dicendoli che si parte e che se occorre torneremo dopo essere stati a Londra. Stia bene saluti tutti Mamma, Nena, Pietro, Angiolino, ecc. i Tassinari, e gli Zii quando gli vede, insomma tutti quelli che domandano di noi lei e la Mamma intanto benedicano ai suoi figli viaggiatori
G. Pacinotti
ed
Antonio Pacinotti


Il seguito alla prossima puntata

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