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Il futuro è biologico

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Il dibattito sulla sicurezza alimentare è tornato prepotentemente alla ribalta in occasione della prossima apertura dell'EXPO, che ha per tema "Nutrire il pianeta". Gli attuali sistemi agroindustriali, con l'uso massiccio di pesticidi sintetici, diserbanti e concimi chimici, oltre a determinare un progressivo depauperamento dei suoli e una diffusa contaminazione ambientale, costituiscono un rischio ormai ben documentato per la salute. L'agricoltura biologica appare come la strada maestra da imboccare per uscire da una situazione che sta diventando insostenibile.

 L'obiezione principale che viene opposta a questa soluzione è che le rese dell'agricoltura biologica sono tamente inferiori rispetto a quelle di un'agricoltura che si avvale del supporto della chimica da non garantire livelli di produzione sufficienti, per l'appunto, a nutrire il pianeta.

Questa obiezione è stata confutata recentemente da uno studio di ricercatori dell'Università della California a Berkeley, pubblicato sui “Proceedings of the Royal Society B”, nel quale è stata effettuata un'analisi di 115 studi già pubblicati, una meta-analisi in gergo tecnico, e che avevano confrontato la cosiddetta agricoltura biologica con quella convenzionale.

Lo studio ha messo in evidenza che lo svantaggio produttivo delle coltivazioni che non usano concimi e pesticidi rispetto a quelle di tipo convenzionale è più basso di quanto stimato in passato e l'attenta gestione di opportune pratiche agricole potrebbe ridurlo ancora di più. In particolare, i ricercatori californiani sottolineano che un'attenta gestione di due pratiche agricole – la multicoltura (la coesistenza di diverse coltivazioni in contemporanea) e la rotazione delle colture - consentano di ridurre sostanzialmente il divario di rendimento portandolo ad appena l'8 o il 9 per cento. L'entità del divario dipende inoltre dal tipo di coltivazione, e per alcune è pressoché insignificante, come nel caso delle leguminose.

Gli autori auspicano investimenti nella ricerca agroecologica per migliorare la gestione organica e per selezionare varietà (cultivar) più adatte ai sistemi di agricoltura biologica, in modo da ridurre ulteriormente il divario di rendimento o addirittura eliminarlo e concludono:

"È importante ricordare che il nostro attuale sistema agricolo produce molto più cibo di quanto è necessario ad alimentare la popolazione mondiale. Per eliminare la fame nel mondo è necessario aumentare l'accesso al cibo, non solo la produzione. Inoltre, aumentare la percentuale di agricoltura che usa metodi biologici e sostenibili di coltivazione non è una scelta, è una necessità. Semplicemente non potremo continuare a lungo a produrre cibo senza prenderci cura di suolo, acqua e biodiversità. "